Una delle specialità di Netural Coop è disegnare esperienze uniche e straordinarie, su misura, soprattuto nell’ambito dell’ innovazione sociale.
A questo proposito, questa estate, siamo stati contattati dagli amici del PROGETTO RENA (Associazione e laboratorio di protagonismo civico che sperimenta quotidianamente politiche innovative per cambiare il Paese) per organizzare un’attività che potesse raccontare in modo inedito ed innovativo la città di Matera ai partecipanti della Summer School da loro organizzata, e così abbiamo disegnato un’edizione speciale delle nostre Netural Walk.
Il nostro obiettivo era offrire una prospettiva diversa della città, lontana dai luoghi comuni, e nuova anche per chi fosse già stato a Matera. Un cambio di prospettiva non solo visivo, capace di offrire una diversa narrazione della storia di Matera, caratterizzata da diversi cambiamenti, fratture e complessità.
Per organizzare la camminata siamo partiti dall’individuazione di un punto panoramico che permettesse di vedere la città ed i “Sassi” con una visuale opposta a quella convenzionale (dalla città alla gravina). Abbiamo quindi tracciato le tappe di una camminata antropologica, individuando quegli elementi e quei luoghi emblematici ma poco noti, capaci di fornire spunti di riflessione. Volevamo però anche creare un’esperienza personalizzata per RENA, così abbiamo indagato il tema della Summer School ed immaginato delle attività che introducessero i partecipanti alle attività dei giorni successivi.
La traccia “Come coralli: pratiche e strumenti per agire come organismi collettivi” ci ha portato ad immaginare una una Matera sommersa e ad approfondire il comportamento collaborativo e disseminativo dei coralli. Abbiamo quindi unito tutti questi elementi e costruito una camminata che potesse essere allo stesso tempo un’occasione per conoscere Matera, facilitare la conoscenza dei partecipanti e fornire dei primi spunti di riflessione sui temi della Summer School.
Il nostro punto di partenza è stato Casa Netural, sede del nostro Coworking e Coliving, dove Mariella Stella (Socia fondatrice, nonchè Community Manager e Responsabile Relazioni Esterne di Netural Coop) ha raccontato la storia del quartiere popolare San Pardo, oggi quartiere residenziale ma un tempo zona di passaggio tra campagna e città. Questo scenario è stato poi radicalmente trasformato negli anni ‘50 dall’Arch. Vincenzo Baldoni che progettò l’impianto di via Galilei, con case popolari per gli impiegati dell’ICP.
Accompagnati dal vociferare curioso dei partecipanti ci siamo avviati verso Le Gravinelle, altro luogo poco noto di Matera, isolato dal resto della città dalla ferrovia.
In questa zona abbiamo iniziato a percepire le prime disconnessioni e contaminazioni: cave di tufo, alberi di fichi, ruderi e capannoni si alternano sino a raggiungere delle vere e proprie sculture involontarie, relitti degli scavi delle cave.
Proseguendo, siamo arrivati al Parco Scultura La Palomba, un’iniziativa dell’artista Antonio Paradiso che ha trasformato una cava di tufo esaurita in un luogo di arte antropologica.
Abbiamo scelto questo luogo sia per la sua maestosità nel rapporto dimensionale uomo-scavo e sia perché rappresentativo dell’ incontro tra l’uomo e l’ambiente caveoso, dell’evoluzione delle conoscenze e delle tecniche nell’uso dei materiali e della graduale antropizzazione del contesto naturale. Nel corso dei secoli il tufo locale è stato utilizzato per proteggere, costruire, decorare, restaurare e ha scandito la storia della città.
Salendo verso il punto panoramico del Parco, abbiamo sperimentato il primo cambio di prospettiva ricco di contraddizioni e contrasti: gli elementi antropizzati della città come la ferrovia, il mulino Alvino, lo stabilimento Barilla, il carcere insieme ai segni della storia come l’ex sito paleolitico, il villaggio neolitico, il santuario Santa Maria la Palomba e agli scorci naturali del torrente e della gravina.
A questo punto abbiamo proposto ai partecipanti un’attività di scrittura e disegno, trasformando la passeggiata in un’occasione di riflessione. Abbiamo condiviso con i partecipanti la suggestione di una Matera sommersa milioni di anni fa, capace di comportarsi come i coralli, che da singoli si uniscono sino a creare organismi collaborativi solidi ed ospitali. Allo stesso modo Matera, nel corso dei secoli, ha saputo accogliere e adattarsi.
Abbiamo lasciato 10 minuti ai partecipanti per esplorare, sentire, osservare ed infine annotare le ispirazioni e le curiosità incontrate sino a quel momento della passeggiata, Ognuno ha trovato il proprio posto, chi su un masso, chi tra i fiori, chi dondolato dal vento.
Prima di riprendere il cammino abbiamo letto la poesia “Come i coralli” di Nicoletta Bidoia che ci sembrava restituire l’immagine di Matera con i suoi versanti inclinati e scoscesi, la sua storia millenaria e la sua capacità di essere al contempo unitaria e molteplice.
“Il corallo è come noi. Pare uno,
ma sono tanti i tremori che lo fanno. La fiducia
sembra farsi verticale, poi s’inclina
– basta un’ombra che s’impiglia in uno sguardo.
Chi racconta di colonie millenarie sta parlando
dei giorni nostri in fila, se non fosse che ogni tanto
si spira per un niente.
Siamo scheletri e barriere e rosso vivo
che si annoda e che compone
– sapendo di mentire – un ordine perfetto
e la sua fine.”
Ci siamo diretti infine verso la Chiesa Madonna delle Vergini, situata a Murgecchia, uno dei villaggi fortificati di Matera, seguendo il percorso della tradizionale processione che si svolge all’alba nel mese maggio per il culto della Madonna delle Vergini.
Giunti a destinazione, abbiamo ammirato Matera, illuminata dalle prime luci serali, in contrasto con l’oscurità della gravina. Noi al di qua del fiume, la città al di là.
Abbiamo concluso il pomeriggio passato insieme con un momento di condivisione sulle riflessioni emerse e sugli appunti scritti e disegnati durante la passeggiata. I temi più ricorrenti sono stati il valore della scoperta di luoghi attraverso il cammino e l’esplorazione lenta che hanno permesso di conoscere ed assaporare con più attenzione scorci e profumi. Altro tema dibattuto è stato la cesura della ferrovia, vista come limite ed elemento di esclusione e al tempo stesso come forma di tutela dell’incontaminato dall’espansione della città.
Questo cambio di prospettiva ci ha permesso di scoprire molteplici aspetti spesso trascurati nella narrazione tradizionale della città. Abbiamo osservato una Matera “Oltre i Sassi”; un luogo ricco di storia, natura e arte, pronto ad essere scoperto da coloro che sono disposti a guardare al di là delle apparenze.
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