Dal 27 settembre al 1 ottobre abbiamo partecipato a Jazz’inn 2022, festival dell’innovazione fuori dai luoghi comuni, ideato e organizzato dalla Fondazione Ampioraggio, un appuntamento che si rinnova per noi ogni anno e che rappresenta un’ottima occasione di networking e confronto con gli stakeholders e gli investitori.
Anche quest’anno abbiamo partecipato all’evento attivamente facilitando alcuni tavoli e moderando uno degli appuntamenti più attesi del programma: il tavolo TURISMO 4.0 La nuova frontiera del viaggio, tra ricerca di esperienze e nuovi stili di vita grazie alla nostra Mariella Stella, che alla presenza di Sindaci e imprenditori della cultura e del digitale, ha animato un dibattito estremamente interessante sul futuro del Turismo e delle comunità che lo ospitano, soprattutto nei piccoli borghi.
Rosanna Mazzia, Sindaca di Roseto Capo Spulico (CS) e Presidente dell’Associazione Borghi Autentici D’Italia e Mario Cicero, vicepresidente della stessa Associazione e, a sua volta, Sindaco di Castelbuono (PA), hanno sottolineato l’urgenza di riattivare i borghi aumentando la consapevolezza dei loro abitanti rispetto alle risorse presenti, stimolando la nascita di nuovi servizi, utili prima all’abitante locale che al turista, che pure è portatore di bisogni a cui occorre dare risposta, se vogliamo che aumenti la sua permanenza.
Altro tema urgente sono appunto i servizi, che per facilitare la vita di chi diventa cittadino temporaneo di un luogo, devono essere all’altezza dello loro necessità, prima fra tutte quella di poter contare su un’adeguata connettività, fondamentale anche per destagionalizzare l’offerta.
I rappresentanti del privato presenti, attivi nello sviluppo di progetti di rigenerazione e riattivazione dei paesi (come Andrea Paoletti di Wonder Grottole Impresa Sociale, Savino Italiano di Compagnia I Nuovi Scalzi e Truck Theatre, Guido Fabbri di Fondazione Riccagioia, Bartolo Castellano di Experience srl e Willage, Antonino Esposito di Associazione Zero Waste, etc.) hanno sollevato il tema della relazione come valore fondante dei processi di rigenerazione locale dei piccoli paesi, anche relativamente al turismo.
Non si può pensare di far diventare i paesi luoghi di “ricettività” senza pensarli come luoghi di produzione di relazioni e di sviluppo delle stesse in contesti aperti e comunitari. Tale relazione si configura sempre di più come un processo culturale, che quindi richiede i tempi e i modi giusti per radicarsi. Aprirsi al turismo, soprattutto fuori stagione, dunque, rappresenta una sfida fondamentale per i paesi, a patto che scelgano di non snaturarsi e soprattutto lavorare, sia dal punto di vista amministrativo che imprenditoriale, per costruire una rete di servizi che rispondano alle effettive necessità dei viaggiatori.
Ed è proprio al viaggio più che al turismo che ha invitato Rosanna Mazzia, proponendo un’inversione dei luoghi comuni che hanno ormai svuotato la parola turismo del suo significato più nobile appiattendolo in senso prevalentemente economico.
Il viaggio racconta di un’esplorazione che entra in empatia con i luoghi e le comunità che attraversa, un viaggio che si svolge tutto l’anno e non solo in alta stagione, che è più sostenibile per chi parte e per chi accoglie, delineando sempre più l’importanza della dimensione umana prima di quella economica.
Al termine del panel, in cui Mariella Stella ha chiesto a ciascuno dei relatori di sintetizzare in massimo tre parole la loro visione di turismo 4.0, i risultati degli interventi di ognuno sono risultati convergenti e perfettamente coerenti (apertura. sostenibilità, ecosistema, reti, fascino, immaginari, “pensare piccolo”…) a dimostrazione che c’è un sentire comune nel rivedere l’idea di turismo o di viaggio in chiave più umana e comunitaria e meno estrattiva.